Quando la schiena del sole scivola lungo le rocce frastagliate delle baie,
lungo la cinta slacciata dei due mari che formano questa lontananza a sud del
sud, la luce che resta sospesa tra nuvole e pietre ricamate ha gli stessi toni
di un vino rosato. Un colore diluito nella fioritura dei petali di rosa che
vibrano al rallentatore insieme ai loro effluvi morbidi. Quella tonalità, piena
di carattere e di grazia, è una storia d’amore antica, un desiderio che
frastorna i dormiveglia degli amanti dando corpo alla vita che ne deriva.
Un nuovo
rosato: Rohesia.
Dal latino medievale, il nome di questo vino porta
dentro il suo colore, il simbolismo cromatico della sua natura maschile e
femminile, la sua ambivalenza delicata. I suoi elementi, velo su velo, sono
dominati dai furori puri di un istinto che salpa dentro acque luminose, specchi
che riflettono gli istanti rosa successivi ai tramonti. E’ uno stato di grazia,
Rohesia. Una mescolanza di caratteri, di destini. Due colori snudati di un tono
ciascuno, fino al rosa. Come il fiore gemmato dal sangue di un amore
mitologico, quello di Adone, il Signore del mondo mediorientale, e Venere, la
forza vegetativa che risveglia ogni primavera dal sonno ciclico. Così la natura
di una passione riprende vigore e si imporpora tenuamente.
I miti d’amore, come i rosati, sono anelli, le due
facce della stessa medaglia, gli opposti di una stessa clessidra in cui il
tempo, in forma di sabbia, si sfarina, per poi ricominciare un attimo dopo.
Come le stagioni, i grandi capitoli degli anni, della vita, le pagine
periodiche di una stesura infinita. Rohesiacustodisce il lascito di una
tradizione espressa in tutto il bacino del Mediterraneo, quella doppiamente
intrecciata al rito pagano delle Adonie, ovvero le feste greche dedicate al
ricordo del seducente Adone e poi travasate nei riti cristiani della Settimana
di Pasqua, come quelli rispettati ancora nel Salento, terra di contrasti che
generano bellezza e memoria. I germogli sono l’acronimo vivo del ritorno. Così
come Rohesia è l’equilibrio tra il prima e il dopo, Adone e Venere, la memoria
e l’adesso
Dell’azienda
vinicola CANTELE
…Giovanni Battista Cantele si era lasciato alle
spalle Pramaggiore, dov’era nato, per raggiungere il centro esatto della sua vita.
Aveva la forma di un profilo di donna, e quando si voltò la sua bellezza gli si
insinuò dentro come un silenzio, vasto, molto simile a quello che precede il
ritmo ondivago di una giornata di vendemmia, tra le calde esalazioni dei
filari. Immerso in quel silenzio, denso di desiderio, Giovanni Battista Cantele
non immaginava che un giorno quella donna sarebbe diventata sua moglie, la
madre dei suoi figli – Augusto e Domenico – e avrebbe ispirato il vino che oggi
porta il suo nome: Teresa Manara.
Fu lei
ad esercitare per prima lo sguardo sul capolinea d’Italia chiamato Sud, durante
uno dei tanti viaggi di lavoro di suo marito, da Imola a Lecce, la volta in cui
decise di accompagnarlo. La grande guerra era finita, Giovanni si era
avvicinato al mercato del vino sfuso, un mondo che cominciava in Puglia, dove
si spingeva per scegliere il nettare scuro da portare via, verso nord. Quando
Teresa Manara vide per la prima volta Lecce si sentì invasa dallo stesso tipo
di silenzio che anni prima aveva rapito suo marito. Una fascinazione
improvvisa, irresistibile. Al punto che non poté fare a meno di restare.
Proprio mentre dal Salento partivano i migranti per sbarcare il lunario nelle
grandi città industriali, così lontane da una terra aspra, quasi un’isola…
Rohesia scheda:
CLASSIFICAZIONE: I.G.T.
Salento.
UVE:100% Negroamaro.
ZONA DI PRODUZIONE: Guagnano
(Le).
SISTEMA DI ALLEVAMENTO: Spalliera a cordone
speronato.
EPOCA DI VENDEMMIA: Seconda metà di settembre.
VINIFICAZIONE: Le uve vengono pigiate
delicatamente e raffreddate a 10/12 °C. Questo consente di portare i tempi di macerazione
fino a oltre 24 ore, limitando l’estrazione di tannini. La svinatura avviene
quando il mosto ha raggiunto la tonalità e le caratteristiche ottimali.
AFFINAMENTO: Alla fine della fermentazione
alcolica, svolta a 16 °C, il vino matura sur lies per circa 4 mesi.
CAPACITÀ DI INVECCHIAMENTO: Da bere subito o
conservare per 2-3 anni.
GRADAZIONE
ALCOOLICA: 13,5% VOL.
NUMERO BOTTIGLIE PRODOTTE: 10.000.
SERVIRE A: 11°
Cosa di meglio, con caldo estivo, di Rohesia che accompagna una Frisa?
C'è chi ne fa risalire le origini IX sec. a.C., all’epoca della civiltà Fenicia, quando i mercanti durante le loro navigazioni erano soliti consumare ciambelle scure di grano ammorbidite con acqua di mare e insaporite con olio d’oliva. La frisa è sopravvissuta nel corso dei secoli non solo grazie alla sua bontà, ma anche per ragioni economiche. Oggi le frise si sono “arricchite”, si possono trovare frise di grano duro, d’orzo, di farina integrale..