giovedì 24 luglio 2014

Marco propone: Capocollo fichi e caprino

E' estate, fra un temporale e un sole che spunta, fra un tuono e la luna pena più grande che mai, viene voglia di lasciarsi andare a un piatto freddo di altissima qualità.

Cosa meglio di capocollo di Martina Franca con fichi e caprino aromatizzato al finocchietto selvatico? 


Il tutto accompagnato di un frizzante Verdeca Bianco Marea bevuto fresco.


Il capocollo di Martinafranca è conosciuto fino dal 18° secolo. Prodotto da allevamenti di altissima qualità in un territorio di boschi e macchia mediterranea, ne racchiude tutti i profumi.  


venerdì 18 luglio 2014

I consigli di Marco: Rohesia e Frisa.


Quando la schiena del sole scivola lungo le rocce frastagliate delle baie, lungo la cinta slacciata dei due mari che formano questa lontananza a sud del sud, la luce che resta sospesa tra nuvole e pietre ricamate ha gli stessi toni di un vino rosato. Un colore diluito nella fioritura dei petali di rosa che vibrano al rallentatore insieme ai loro effluvi morbidi. Quella tonalità, piena di carattere e di grazia, è una storia d’amore antica, un desiderio che frastorna i dormiveglia degli amanti dando corpo alla vita che ne deriva.


Un nuovo rosato: Rohesia.

Dal latino medievale, il nome di questo vino porta dentro il suo colore, il simbolismo cromatico della sua natura maschile e femminile, la sua ambivalenza delicata. I suoi elementi, velo su velo, sono dominati dai furori puri di un istinto che salpa dentro acque luminose, specchi che riflettono gli istanti rosa successivi ai tramonti. E’ uno stato di grazia, Rohesia. Una mescolanza di caratteri, di destini. Due colori snudati di un tono ciascuno, fino al rosa. Come il fiore gemmato dal sangue di un amore mitologico, quello di Adone, il Signore del mondo mediorientale, e Venere, la forza vegetativa che risveglia ogni primavera dal sonno ciclico. Così la natura di una passione riprende vigore e si imporpora tenuamente.
I miti d’amore, come i rosati, sono anelli, le due facce della stessa medaglia, gli opposti di una stessa clessidra in cui il tempo, in forma di sabbia, si sfarina, per poi ricominciare un attimo dopo. Come le stagioni, i grandi capitoli degli anni, della vita, le pagine periodiche di una stesura infinita. Rohesiacustodisce il lascito di una tradizione espressa in tutto il bacino del Mediterraneo, quella doppiamente intrecciata al rito pagano delle Adonie, ovvero le feste greche dedicate al ricordo del seducente Adone e poi travasate nei riti cristiani della Settimana di Pasqua, come quelli rispettati ancora nel Salento, terra di contrasti che generano bellezza e memoria. I germogli sono l’acronimo vivo del ritorno. Così come Rohesia è l’equilibrio tra il prima e il dopo, Adone e Venere, la memoria e l’adesso

Dell’azienda vinicola CANTELE

…Giovanni Battista Cantele si era lasciato alle spalle Pramaggiore, dov’era nato, per raggiungere il centro esatto della sua vita. Aveva la forma di un profilo di donna, e quando si voltò la sua bellezza gli si insinuò dentro come un silenzio, vasto, molto simile a quello che precede il ritmo ondivago di una giornata di vendemmia, tra le calde esalazioni dei filari. Immerso in quel silenzio, denso di desiderio, Giovanni Battista Cantele non immaginava che un giorno quella donna sarebbe diventata sua moglie, la madre dei suoi figli – Augusto e Domenico – e avrebbe ispirato il vino che oggi porta il suo nome: Teresa Manara.
Fu lei ad esercitare per prima lo sguardo sul capolinea d’Italia chiamato Sud, durante uno dei tanti viaggi di lavoro di suo marito, da Imola a Lecce, la volta in cui decise di accompagnarlo. La grande guerra era finita, Giovanni si era avvicinato al mercato del vino sfuso, un mondo che cominciava in Puglia, dove si spingeva per scegliere il nettare scuro da portare via, verso nord. Quando Teresa Manara vide per la prima volta Lecce si sentì invasa dallo stesso tipo di silenzio che anni prima aveva rapito suo marito. Una fascinazione improvvisa, irresistibile. Al punto che non poté fare a meno di restare. Proprio mentre dal Salento partivano i migranti per sbarcare il lunario nelle grandi città industriali, così lontane da una terra aspra, quasi un’isola…
Rohesia scheda:

CLASSIFICAZIONE: I.G.T. Salento.
UVE:100% Negroamaro.
ZONA DI PRODUZIONE: Guagnano (Le).
SISTEMA DI ALLEVAMENTO: Spalliera a cordone speronato.
EPOCA DI VENDEMMIA: Seconda metà di settembre.
VINIFICAZIONE: Le uve vengono pigiate delicatamente e raffreddate a 10/12 °C. Questo consente di portare i tempi di macerazione fino a oltre 24 ore, limitando l’estrazione di tannini. La svinatura avviene quando il mosto ha raggiunto la tonalità e le caratteristiche ottimali.
AFFINAMENTO: Alla fine della fermentazione alcolica, svolta a 16 °C, il vino matura sur lies per circa 4 mesi.
CAPACITÀ DI INVECCHIAMENTO: Da bere subito o conservare per 2-3 anni.
GRADAZIONE ALCOOLICA: 13,5% VOL.
 NUMERO BOTTIGLIE PRODOTTE: 10.000.

SERVIRE A: 11°  

Cosa di meglio, con caldo estivo, di Rohesia che accompagna una Frisa? 
C'è chi ne fa risalire le origini    IX sec. a.C., all’epoca della civiltà Fenicia, quando i mercanti durante le loro navigazioni erano soliti consumare ciambelle scure di grano ammorbidite con acqua di mare e insaporite con olio d’oliva. La frisa è sopravvissuta nel corso dei secoli non solo grazie alla sua bontà, ma anche per ragioni economiche. Oggi le frise si sono “arricchite”, si possono trovare frise di grano duro, d’orzo, di farina integrale..