lunedì 27 ottobre 2014

Giovedi 30 ottobre: BENVENUTO AUTUNNO

BENVENUTO AUTUNNO!

Giovedi 30 ottobre 2014 salutiamo l'autunno con i colori e i sapori della stagione di mezzo.

Menu:

CROSTINI AI FUNGHI PORCINI  
accompagnati da  
GEWURZTRAMINER Alto Adige DOC  Kettmeir


RISOTTO AL GORGONZOLA 
degustato con 
SAUVIGNON KETTMEIR



MAIALINO ARROSTO  
con 
BRUCIATO BOLGHERI Antinori




        CASTAGNE ARROSTO con Vin Brulè



Inizio ore 20,45


€ 25,00



Piccole note sui vini della serata

Gewürztraminer Alto Adige DOC 
Vinificazione in bianco con breve macerazione delle bucce a temperature basse per ottimizzare l’estrazione dei profumi, fermentazione in acciaio a temperatura controllata di 17-19°C. 
Profilo sensoriale
Colore giallo paglierino scarico, con profumo intenso e caratteristico di litchi e petali di rosa. Il gusto è pieno, fine, pienamente aromatico con un gradevole residuo acido. 
Abbinamenti gastronomici 
Ottimo come aperitivo, si accorda bene ai primi piatti saporiti, ai crostacei in salsa e alla cucina etnica.


Sauvignon Alto Adige DOC
Vinificazione in bianco con breve macerazione delle bucce a temperature basse per ottimizzare l’estrazione dei profumi, fermentazione in acciaio a temperatura controllata di 17-19°C. 
Profilo sensoriale
Dal colore giallo paglierino tenue, esalta uno spettro olfattivo intenso con ricordi marcati di ortica, sambuco e albicocca. Al gusto è fresco, persistente e di buona stoffa. 
Abbinamenti gastronomici 
E' particolarmente indicato con zuppa di cipolla, pesce al forno, lumache e piatti di asparagi.
 
BRUCIATO ANTINORI Tenuta GUADO AL TASSO

Classificazione: Boglheri DOC
Uvaggio: Cabernet Sauvignon 50%, Merlot 30%, Syrah e aktre varietà di rossi 20%
Vinificazione: Unve raccolte e selezionate in una rosa di vigneti di circa 80 ettari. Fermentazione e macerazione in sebatoi d iacciaio inox per un perido di circa 10/15 giorni a temperatura costante fra i 18 e i 20°. La fermentazione malolattica in barriques fino a fine anno. Dopo questo periodo, travasato in altre barriques, ha riposato per 10 mesi prima dell'imbottigliamento. 
Note degustative: all'olfatto si denotano note dolci d itabacco e cuoio seguite a frutta a bacca nera. Al palato ha un ingresso vellutato, buona struttura, ottimo equilibrio e persistenza gustativa. ù





Sul gorgonzola

Il Gorgonzola DOP è un formaggio prodotto con latte di vacca intero al quale sono aggiunti fermenti lattici e muffe selezionate per ottenere, grazie all'erborinatura , quel particolarissimo aroma e sapore. Ha forma cilindrica con facce piane, crosta di colore grigio e/o rosato, non edibile; pasta cruda di colore bianco e paglierino, screziata per sviluppo di muffe con venature caratteristiche blu-verdastre. Il sapore dipende dal protrarsi della stagionatura: dal dolce-burroso al piccante. Il Gorgonzola DOP si produce nell’intero territorio delle province di Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Cuneo, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Pavia, Varese, Verbano Cusio Ossola, Vercelli ed in 31 comuni appartenenti alla provincia di Alessandria.

Il Gorgonzola DOP è un formaggio assai antico, sebbene come vari altri prodotti alimentari di vecchia tradizione sia privo di un atto di nascita ufficiale. In compenso, ne ha molti di origine leggendaria. La tradizione vuole, infatti, che la nascita del Gorgonzola sia legata al capriccio d’amore di un casaro, il quale, per attardarsi con la sua bella, avrebbe rimandato all’indomani il lavoro della giornata, e, mescolando la cagliata della sera precedente con quella della mattina, avrebbe ottenuto un formaggio mai prodotto prima. Alcuni affermano che il Gorgonzola sarebbe stato fatto per la prima volta, nella località omonima alle porte di Milano, nell’anno di grazia 879. Altri ancora dicono invece che la nascita ebbe luogo a Pasturo nella Valsassina, da secoli grande centro caseario, grazie alla presenza di quelle ottime grotte naturali la cui temperatura media è costante tra i 6 ed i 12 °C e consente, pertanto, la perfetta riuscita del gorgonzola, così come di vari altri formaggi.


Diffuso è anche il pensiero secondo cui il Gorgonzola sia l’evoluzione di un cacio di cui già l’arcivescovo milanese Ansperto da Biassono nel 1881 parlò nel suo testamento. Il suo nome deriva dall’omonimo villaggio alle porte di Milano dove secoli fa si radunavano le mandrie in transito da e per l’alpeggio, tanto che originariamente questo formaggio era conosciuto come “stracchino di Gorgonzola”, ossia cacio prodotto con latte di vacche “stracche” (stanche). In tal contesto, è fuor di dubbio che la sua produzione avvenisse con le mungiture autunnali della transumanza di ritorno dalle malghe o alpeggi e che avesse così un ben definito parallelo con gli altri formaggi lavorati dai diversi funghi penicillii in tutto l’arco alpino. Gorgonzola, in ogni caso, rimane il centro di maggior fama, se non di maggior produzione o commercio per vari secoli. La diffusione del Gorgonzola, per quanto lenta se rapportata ai successi di altri formaggi, fu tuttavia costante almeno per quanto riguarda l’area tra Lombardia e Piemonte. Dagli inizi del ‘900 in poi il Gorgonzola assapora i suoi crescenti successi soprattutto all’estero in Inghilterra, Francia e Germania. 
Per conservare al meglio il Gorgonzola DOP, chiamato anche stracchino  "verde", è necessario avvolgere il formaggio con carta stagnola o alluminio e riporlo in contenitori chiusi salva-freschezza e salva-aroma nello scomparto meno freddo del frigorifero.

Inoltre, per evitare l’emanazione del “caratteristico” e penetrante odore non sempre gradito, è sufficiente asportare la crosta del formaggio. Prima del consumo si consiglia di lasciare il Gorgonzola a temperatura ambiente per almeno 30 minuti, così da esaltarne il sapore, le caratteristiche organolettiche e la morbidezza nel caso del prodotto dolce. Numerose sono le ricette che vedono il suo sapore ed il suo gusto offrire quel tocco in più ad innumerevoli piatti, dagli antipasti, ai primi e secondi e persino ai dessert, oltre alla degustazione classica. L’impiego del Gorgonzola è validissimo anche per la realizzazione di salse e creme, con l’aggiunta in cottura di burro e/o panna da cucina, suggerendo così anche il recupero del prodotto ormai non più freschissimo, dal gusto piuttosto eciso.
(note dal sito del Consorzio del Gorgonzola)

p.s. Comunicazione di servizio:  : PREGHIAMO TUTTI GLI AMICI DI INVIARE UNA MAIL ANCHE VUOTA ALL'INDIRIZZO enogastronomiapovero@gmail.com PER CREARE UNA MAILING LIST PER AVVERTIRVI DELLE INIZIATIVE DELL'ENOGASTRONOMIA. GRAZIE A TUTTI


sabato 11 ottobre 2014

Tutti da Povero giovedi sera

Giovedi 16 ottobre 2014
 lo chef Carlo Sozzo e l’enogastronomo Marco Povero 
propongono 
una degustazione con un menù che apre  l’autunno.



Pasta e fagioli

Stracotto di manzo

Torta al pistacchio.

Il tutto accompagnato dai nuovi vini dell’azienda Cantele:

Rohesia (rosato di negramaro)
Fanoi
Oltre al passito Cantele per accompagnare la torta.

Ad illustrare i vini saranno i proprietari dell’azienda Cantele.

Prezzo € 20

Fanòi:

UVE: Primitivo

ZONA DI PRODUZIONE: Sava (TA)

SISTEMA DI ALLEVAMENTO: alberello pugliese

RESA PER ETTARO: 50 q.li

EPOCA DI VENDEMMIA: prima settimana di settembre

VINIFICAZIONE: fermentazione a 24°C, 12 giorni di macerazione 

con delestage giornalieri nei primi 4 giorni. Fermentazione 

malolattica svolta in barrique.

AFFINAMENTO: sosta in barriques di primo e secondo passaggio 

per 14 mesi. Matura in bottiglia per non meno di 12 mesi.

GRADAZIONE ALCOLICA: 14,5%

NUMERO BOTTIGLIE PRODOTTE: 6.000


Rohesia:

CLASSIFICAZIONE: I.G.T. Salento.

UVE: 100 % Negroamaro

ZONA DI PRODUZIONE: Guagnano (Le)

SISTEMA DI ALLEVAMENTO: Spalliera a cordone speronato

EPOCA DI VENDEMMIA: Seconda metà di settembre

VINIFICAZIONE: Le uve vengono pigiate delicatamente e 

raffreddate a 10/12 °C. Questo consente di portare i tempi di 

macerazione fino a oltre 24 ore, limitando l’estrazione di tannini. La 

svinatura avviene quando il mosto ha raggiunto la tonalita e le 

caratteristiche ottimali.

AFFINAMENTO: Alla fine della fermentazione alcolica, svolta a 16 

°C, il vino matura sur lies per circa 4 mesi.

CAPACITÀ DI INVECCHIAMENTO: Da bere subito o conservare 

per 2/3 annii.

GRADAZIONE ALCOLICA: 13,5% Vol

NUMERO DI BOTTIGLIE PRODOTTE: 10.000


Una storia cilena di pasta e fagioli 

(dal sito: 
http://storiedellaltromondo.com/porotos-con-tallarines-temicuicui/#more-965)
La comunità di Temicuicui ci è piaciuta subito, dal momento in cui abbiamo letto la sua storia, quasi per caso, in un bar di Neuquen. I camerieri si ostinavano ad ignorarci mentre e noi programmavamo il nostro itinerario delle settimane successive nelle quali volevamo conoscere i mapuche in Cile. Abbiamo trovato il link al blog nel giornale online pais mapuche.  Dopo aver letto della loro storia, di un conflitto che andava avanti da anni, abbiamo deciso di provare a contattarli per vedere se c’era modo di visitare la comunità. La risposta è stata quasi immediata e due settimane dopo abbiamo incontrato Jaime, che ci ha accompagnati in questo viaggio all’interno della sua famiglia e della sua comunità. 
Prima di arrivare nel territorio recuperato già ci rendiamo conto di quanto il conflitto sia parte della vita di queste persone. Jaime ci dà appuntamento a Collipulli, dove ci dovrebbe essere una marcia in solidarietà ad alcuni arrestati. Quando giungiamo a destinazione, però scopriamo che è stata annullata a causa delle intimidazioni dei carabinieri (pacos). Fanno paura questi pacos, nelle loro macchine superblindate. Andiamo verso Ercilla, dove incontriamo un signore a cui hanno appena investito e arrestato il figlio. Gli trema la voce, mentre ci racconta.
Poi, il fratello di Jaime ci viene a prendere e ci porta nel territorio recuperato. 2000 ettari. Che erano di una impresa forestale e dove ora vivono 100 famiglie, ma non tutte insieme, ognuna ha il suo spazio. Il fratello di Jaime ci lascia in un punto buissimo in mezzo alle stelle e Jaime ci fa strada verso la sua casetta, costruita circa un anno fa.
DSC_0109Due stanze, bagno fuori, l’acqua si prende dal ruscello vicino. Ci vivono in 5. Più noi due per una notte. Mentre mangiamo ci racconta dellacriminalizzazione del movimento mapuche, dei processi per terrorismo con i testimoni protetti, nessuno sa chi sono e spesso sono pagati dalle imprese in conflitto con le comunità. Ci racconta di un ragazzo accusato di avere appiccato 4 incendi in una notte in posti diversi e lontani… Lo stesso testimone l’avrebbe seguito e visto tutte e quattro le volte. L’accusa non sta in piedi, ma intanto è in prigione. Ci fa vedere foto di camionette, elicotteri, bossoli di lacrimogeni, carri armati (!) nel proprio territorio e ci dice che tutti hanno passato un periodo della loro vita in carcere, chi qualche settimana, chi qualche mese, chi qualche anno.
DSC_0120Cala la notte, dormiamo. Il giorno dopo ci dividiamo. Marco con gli uomini a costruire la casa e soprattutto la rete intorno, per il fratello di Jaime. Io con le donne a cucinare e a farmi insegnare, da Griselda la ricetta dei porotos con tallarines. Pasta e fagioli, insomma. Quando è pronto mangiamo tutti insieme. Una ventina di persone tra giovani, anziani e tanti bambini.
Nel pomeriggio aiutiamo a costruire il recinto, chiacchierando di politica e anarchismo. Ci fa un po’ ridere pensare che stiamo facendo un’azione illegale. Finito di lavorare facciamo merenda con i figli di Jaime che ci insegnano un po’ di mapudungun. Poi ci chiamano, è ora di partire, ma prima mangiamo di nuovo tutti insieme, perché è il compleanno della mamma di Jaime, che vive poco lontano. Ce ne andiamo commossi da queste persone, dalla loro ospitalità e dalla loro determinazione.
E per fortuna la loro storia ha un lieto fine, qualche settimana fa dal blog la comunità ha annunciato che le forze dell’ordine hanno lasciato il loro territorio. Ci auguriamo che sia l’inizio di un lungo periodo di tranquillità.