Giovedi 16 ottobre 2014
lo chef Carlo
Sozzo e l’enogastronomo Marco Povero
propongono
una degustazione con un menù che
apre l’autunno.
Pasta e fagioli
Stracotto di manzo
Torta al pistacchio.
Il tutto accompagnato dai nuovi vini
dell’azienda Cantele:
Rohesia (rosato di negramaro)
Fanoi
Oltre al passito Cantele per accompagnare la torta.
Ad illustrare i vini saranno i
proprietari dell’azienda Cantele.
Prezzo € 20
Fanòi:
UVE:
Primitivo
ZONA DI PRODUZIONE: Sava (TA)
SISTEMA DI ALLEVAMENTO: alberello
pugliese
RESA PER ETTARO: 50 q.li
EPOCA DI VENDEMMIA: prima settimana
di settembre
VINIFICAZIONE: fermentazione a 24°C,
12 giorni di macerazione
con delestage giornalieri nei primi 4 giorni.
Fermentazione
malolattica svolta in barrique.
AFFINAMENTO: sosta in barriques di
primo e secondo passaggio
per 14 mesi. Matura in bottiglia per non meno di 12
mesi.
GRADAZIONE ALCOLICA: 14,5%
NUMERO BOTTIGLIE PRODOTTE: 6.000
Rohesia:
CLASSIFICAZIONE: I.G.T. Salento.
UVE: 100 % Negroamaro
ZONA
DI PRODUZIONE:
Guagnano (Le)
SISTEMA
DI ALLEVAMENTO:
Spalliera a cordone speronato
EPOCA
DI VENDEMMIA:
Seconda metà di settembre
VINIFICAZIONE: Le uve vengono
pigiate delicatamente e
raffreddate a 10/12 °C. Questo consente di portare i
tempi di
macerazione fino a oltre 24 ore, limitando l’estrazione di tannini. La
svinatura avviene quando il mosto ha raggiunto la tonalita e le
caratteristiche
ottimali.
AFFINAMENTO: Alla fine della
fermentazione alcolica, svolta a 16
°C, il vino matura sur lies per circa 4
mesi.
CAPACITÀ
DI INVECCHIAMENTO:
Da bere subito o conservare
per 2/3 annii.
GRADAZIONE
ALCOLICA:
13,5% Vol
NUMERO
DI BOTTIGLIE PRODOTTE: 10.000
Una storia cilena di pasta e fagioli
(dal sito:
http://storiedellaltromondo.com/porotos-con-tallarines-temicuicui/#more-965)
La comunità di Temicuicui ci è piaciuta subito, dal momento in cui abbiamo letto la sua storia, quasi per caso, in un bar di Neuquen. I camerieri si ostinavano ad ignorarci mentre e noi programmavamo il nostro itinerario delle settimane successive nelle quali volevamo conoscere i mapuche in Cile. Abbiamo trovato il link al blog nel giornale online pais mapuche. Dopo aver letto della loro storia, di un conflitto che andava avanti da anni, abbiamo deciso di provare a contattarli per vedere se c’era modo di visitare la comunità. La risposta è stata quasi immediata e due settimane dopo abbiamo incontrato Jaime, che ci ha accompagnati in questo viaggio all’interno della sua famiglia e della sua comunità.
Prima di arrivare nel territorio recuperato già ci rendiamo conto di quanto il conflitto sia parte della vita di queste persone. Jaime ci dà appuntamento a Collipulli, dove ci dovrebbe essere una marcia in solidarietà ad alcuni arrestati. Quando giungiamo a destinazione, però scopriamo che è stata annullata a causa delle intimidazioni dei carabinieri (pacos). Fanno paura questi pacos, nelle loro macchine superblindate. Andiamo verso Ercilla, dove incontriamo un signore a cui hanno appena investito e arrestato il figlio. Gli trema la voce, mentre ci racconta.
Poi, il fratello di Jaime ci viene a prendere e ci porta nel territorio recuperato. 2000 ettari. Che erano di una impresa forestale e dove ora vivono 100 famiglie, ma non tutte insieme, ognuna ha il suo spazio. Il fratello di Jaime ci lascia in un punto buissimo in mezzo alle stelle e Jaime ci fa strada verso la sua casetta, costruita circa un anno fa.
Due stanze, bagno fuori, l’acqua si prende dal ruscello vicino. Ci vivono in 5. Più noi due per una notte. Mentre mangiamo ci racconta dellacriminalizzazione del movimento mapuche, dei processi per terrorismo con i testimoni protetti, nessuno sa chi sono e spesso sono pagati dalle imprese in conflitto con le comunità. Ci racconta di un ragazzo accusato di avere appiccato 4 incendi in una notte in posti diversi e lontani… Lo stesso testimone l’avrebbe seguito e visto tutte e quattro le volte. L’accusa non sta in piedi, ma intanto è in prigione. Ci fa vedere foto di camionette, elicotteri, bossoli di lacrimogeni, carri armati (!) nel proprio territorio e ci dice che tutti hanno passato un periodo della loro vita in carcere, chi qualche settimana, chi qualche mese, chi qualche anno.
Cala la notte, dormiamo. Il giorno dopo ci dividiamo. Marco con gli uomini a costruire la casa e soprattutto la rete intorno, per il fratello di Jaime. Io con le donne a cucinare e a farmi insegnare, da Griselda la ricetta dei porotos con tallarines. Pasta e fagioli, insomma. Quando è pronto mangiamo tutti insieme. Una ventina di persone tra giovani, anziani e tanti bambini.
Nel pomeriggio aiutiamo a costruire il recinto, chiacchierando di politica e anarchismo. Ci fa un po’ ridere pensare che stiamo facendo un’azione illegale. Finito di lavorare facciamo merenda con i figli di Jaime che ci insegnano un po’ di mapudungun. Poi ci chiamano, è ora di partire, ma prima mangiamo di nuovo tutti insieme, perché è il compleanno della mamma di Jaime, che vive poco lontano. Ce ne andiamo commossi da queste persone, dalla loro ospitalità e dalla loro determinazione.
E per fortuna la loro storia ha un lieto fine, qualche settimana fa dal blog la comunità ha annunciato che le forze dell’ordine hanno lasciato il loro territorio. Ci auguriamo che sia l’inizio di un lungo periodo di tranquillità.


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