PRIMITIVO DI MANDURIA SESSANTANNI
Cantine San Marzano
Nel 1962 19 vignaioli di San Marzano, di famiglie legate da generazioni alla terra, si unirono per fondare “Cantine San Marzano”.
Con i decenni questa cooperativa è cresciuta al punto da attrarre oltre 1200 viticultori, avvalendosi di impianti moderni e tecnologicamente avanzati e producendo vini sempre eleganti nel massimo rispetto dell’antichissima tradizione vitivinicola pugliese.
Oggi la fusione di tradizione, passione e sensibilità verso le tecniche moderne ci consente di produrre vini
dai caratteri varietali e regionali ben spiccati, che riflettono in maniera meravigliosa l’attenzione individuale, le variazioni stagionali ed il terroir locale.
Il Primitivo:
Il Primitivo ci porta indietro nel tempo con aneddoti, storie vere e leggende rievocando viaggi ideali di un vitigno molto singolare, giunto in Puglia probabilmente grazie agli Illiri, popolo della regione balcanica che già curava ed allevava questa vite, il vino che si otteneva era già commercializzato in tutto il mediterraneo dai Fenici.
I Greci (con la colonizzazione del sud Italia) riconobbero in questo vitigno qualità e pregi, tant’è che l’Aglianico, (discendente del vino ellenico), diffuso in Campania e Basilicata, non trovò molto spazio in Puglia in quanto la posizione di vino “rosso strutturato” era già occupato dal Primitivo.
I Romani, a loro volta, che tanto amavano il “Vinum”, vino miscelato con acqua, miele e resine per renderlo più dolciastro, definivano “Merum” il vino pregiato e buono senza nessuna aggiunta, dal quale discende direttamente il Primitivo. In Puglia ancora oggi viene utilizzato il termine dialettale “mieru” per indicare il vino onesto e genuino “del contadino”.
La vite in Puglia ha potuto rivivere momenti di gloria, dopo la crisi del periodo medievale, grazie soprattutto ai monaci basiliani presenti nel Salento e ai monaci benedettini nella Murgia, i quali furono i soli a mantenere attivo l’allevamento della vite rispettando gli antichi metodi dei contadini locali, ma i primi atti storici che parlano del Primitivo risalgono alla metà del 1700, ed è Don Francesco Indellicati, reggente della Chiesa di Gioia del Colle, a notare che tra i vitigni che si coltivavano nelle sue vigne uno in particolare poteva essere vendemmiato già alla fine di agosto, “Primaticcio” (prima degli altri), da qui verosimilmente il nome Primitivo che si estese rapidamente da Gioia del Colle, in provincia di Bari, all’area di Manduria, grazie ad una nobildonna di Altamura che si unì in matrimonio con un nobile di Manduria portando in dote con sé alcune barbatelle di Primitivo che diedero un risultato migliore e inaspettato, facendo eleggere l’agro di Manduria come habitat ideale per questo vitigno per merito della roccia calcarea a base di tufo e ricca di fessure che permettono di trattenere l’acqua, e per la ricca presenza di minerali. Il risultato è un vino più alcolico e colore più intenso, diventando molto presto, famoso come vino da taglio destinato al nord Italia e in Francia per migliorare i loro vini in vendemmie poco felici.
Altra storia invece è la corrispondenza con lo Zinfandel scoperta per caso da un professore californiano, che trovandosi in Puglia nel 1967, assaggiando del Primitivo asserì che quel vino gli ricordava tanto lo Zinfandel, confermato successivamente da analisi del DNA, al punto che l’Unione Europea consente l’uso della denominazione per lo stesso vitigno come sinonimi varietali. Va da se che questo risultato porti a pensare che il Primitivo sia arrivato in America dalla Puglia, ma i californiani non la pensano così asserendo che il “Primitivo-Zinfandel” abbia un’origine croata e che sia un clone del vitigno noto con il nome di “Plavac mali”, molto diffuso nella regione balcanica, portato da qualche emigrato dalla Croazia in Puglia e/o in California. (http://fondazionesommelier.weebly.com/primitivo-di-manduria.html)
Colore:
Vino rosso.
Vitigni:
Primitivo.
Densità d’impianto:
5000 alberelli per ettaro.
Zona di produzione:
Vecchissimi vigneti selezionati nei comuni di San Marzano e Sava. I suoli sono costituiti dalle terre rosseresiduali, a tessitura fine e generalmente con substrato calcareo e radi affioramenti rocciosi. La famosa tintarossa di questi suoli deriva da un’intensa presenza diossidi di ferro. I valori termici caratterizzano un ambiente piuttosto caldo, con piovosità annua molto bassa e escursioni termiche molto elevate, condizione questa che ha una benefica influenza sulla qualità delle uve. È questa la zona classica di produzione della d.o.p. Primitivo di Manduria.
Epoca di vendemmia:
Seconda metà di settembre.
Vinificazione:
L’uva, in avanzato stato di maturazione,viene raccolta manualmente. Macerazione: 18 giorni sull’80 % della massa, 25 giorni sul 20%.Fermentazione con lieviti indigeni a temperatura controllata a 24 °C.
Affinamento:
12 mesi in barriques di pregiati legni francesi e americani.
Caratteristiche organolettiche:
Colore rosso rubino molto carico ed elegante, profumo ampio e complesso, fruttato con sentori di prugne,confettura di ciliegia e note di tabacco, leggermente speziato. Vino di grande corpo, morbido e ricco di tannini nobili, con un finale che regala note di cacao,caffè e vaniglia.
Abbinamenti:
Carni rosse, selvaggina, primi piatti robusti. Vino da meditazione.
Fruibilità:
Da servire a 18°C.

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