martedì 28 luglio 2015

Insalata di orzo perlato e....

INSALATA MISTA ALLA "POVERO".

Orzo perlato
Feta
Pomodorini
Origano
e...



                   Abbinata con uno stupendo



venerdì 24 luglio 2015

Marco propone.... Tacchino affinato al Miele

TACCHINO AFFINATO AL MIELE
Abbinato con:
FALO’ ROSATO San Marzano


§  Sistema di Allevamento: Guyot semplice
§  Resa: 150 q/He
§  Densità Impianto: 4500
§  Terreno: Il Terreno è a Medio Impasto Argilloso, Poco Profondo E Con Buona Presenza Di Scheletro.
§  Irrigazione di Soccorso: No
§  Percentuale Alcol: 12.50 %
§  Svinatura Parziale Del Mosto Di Uve Negroamaro Dopo Macerazione Di Qualche Ora, Successiva Fermentazione In Bianco.


lunedì 20 luglio 2015

Shropshire blue e Muffato


Il Shropshire è una regione inglese nota per essere stata levatrice della rivoluzione industriale. Qui vennero costruiti il primo ponte in ferro, il primo edificio con struttura in ferro, qui il fiume navigabile portava  ovunque la produzione della moderna fusione in ferro.

A Shrewsbury, cittadina dello Shropshire, il 12 febbraio 1809 nacqua uno dei più grandi scienziati mai esistiti: Charles Robert Darwin.

Oggi rendiamo onore a questa regione proponendovi il meraviglioso erborinato  
Shropshire blue
Di caglio vegetale, vincitore di più edizioni del British Cheese Awards, è prodotto con latte vaccino. Al gusto è simile allo Stilton, forse con più carattere.
Ottimo fine pasto, anche in alternativa al dessert.
L’enogastronomia Povero lo propone con:

MUFFATO DELLA SALA 
delle cantine Antinori

CLASSIFICAZIONE

Umbria IGT

UVAGGIO

60% Sauvignon Blanc, 40% Grechetto, Gewürztraminer and Riesling

CLIMA

L'annata 2008 è stata caratterizzata da un inverno tendenzialmente mite a cui sono seguite una primavera con precipitazioni frequenti e un'estate con giornate soleggiate. Durante i mesi di settembre e ottobre, le nebbie mattutine e le saltuarie piogge alternate a giornate di sole hanno consentito alla “muffa nobile” di attaccare gli acini in modo graduale e senza rischi per la sanità dell’uva. La raccolta è iniziata la terza decade di ottobre con il Traminer, è proseguita con il Riesling e il Sauvignon e si è conclusa verso la fine di novembre con il Grechetto. Il bel tempo che ha caratterizzato tutto il periodo di raccolta ha consentito di selezionare con calma e sistematicità i grappoli migliori che avessero perfettamente raggiunto la maturazione, regalandoci delle uve di qualità eccellente.

VINIFICAZIONE

Le uve provengono da vigneti del Castello della Sala, situati tra i 200 e 350 metri s.l.m. su terreni argillosi, ricchi di fossili marini.
L’uva è stata raccolta manualmente in base all’attacco della Botrytis Cinerea. Dopo il trasporto in cantina i grappoli sono stati ulteriormente selezionati su un nastro di cernita.. a cio ha fatto seguito una leggera pigiatura senza diraspatura. Dopo la pressatura, il mosto ha fermentato per 18 giorni ad una temperatura di circa 17°C ed il vino ottenuto, ancora dolce, è stato introdotto in barrique di rovere francese (Alliers e Tronçais) dove è rimasto per circa 6 mesi prima di essere assemblato ed imbottigliato.

DATI STORICI

Il Muffato della Sala è prodotto con uve botritizzate raccolte agli inizi di novembre, per dar modo alle nebbie mattutine di favorire lo sviluppo della Botrytis Cinerea o “muffa nobile” sui grappoli. Questa muffa riduce il contenuto di acqua dell’uva e ne concentra zuccheri e aromi, conferendo al Muffato della Sala un gusto armonico e inconfondibile. La prima annata prodotta è stata il 1987 e aveva una composizione che comprendeva Sauvignon Blanc (50%), Grechetto (30%) e Drupeggio (20%). Successivamente, l’uvaggio è variato fino ad arrivare a quello attuale. Muffato della Sala è prodotto in quantità molto limitate.

NOTE DEGUSTATIVE

Colore giallo dorato. Vino di grande intensità aromatica e gustativa, caratterizzato da aromi floreali e mielosi seguiti da note fresche, quasi agrumate. E’ equilibrato pur nella sua giovinezza.


giovedì 16 luglio 2015

Sulle origini del vino

Miti greci sulle origini della vite e del vino

Internamente alla cultura greca si è soliti associare il vino a Dioniso e in effetti diversi miti ellenistici sull’origine del vino vedono coinvolta questa figura del pantheon olimpico. Tuttavia, né Dioniso era inizialmente associato al vino (si veda ad esempio Samorini & Camilla, 1995), né la scoperta del vino è contemporanea all’arrivo di questa divinità presso i Greci. Come dimostrano i dati archeobotanici, la scoperta del vino è di gran lunga antecedente la formazione della cultura greca classica e anche arcaica.
Probabilmente, i miti più antichi sono quelli che non associano la scoperta del vino a Dioniso; miti di cui ci sono pervenuti solo pochi e dispersi elementi. In uno di questi, un ceppo di vite fu partorito da un animale, una cagna, come riportato da un passo dei Deipnosofistas di Ateneo (scritto negli anni 192-195 d.C.):
“Ecateo di Mileto, che assicura che la vite fu scoperta in Etolia, dice anche quanto segue: ‘Oresteo, il figlio di Deucalione, si recò in Etolia per ricevere il governo reale, e una sua cagna partorì uno ceppo. Egli ordinò di interrarlo e da questo nacque una vite abbondante in uva; per questo chiamò suo figlio Fitio (Concepitore). Da questo nacque Eneo, che ricevette il suo nome dalla vite”, dato che gli antichi greci, dice Ateneo, chiamavano le viti oínai.’” (Ateneo, II, 35B).


Oresteo era un cacciatore e il suo nome significa “uomo delle montagne”. La cagna che partorisce il ceppo dalla quale nascerà la prima vite è una rappresentazione simbolica del “cane” della costellazione di Orione, cioè la stella Sirio. Si riteneva che l’apparizione stagionale di questo astro fosse responsabile della maturazione della vite. E’ stato fatto notare che “il sottinteso del mito di Oresteo consiste in un rapporto di equivalenza tra la gestazione della cagna e il processo di maturazione della pianta nella terra (Massenzio, 1969, p. 51). Nel mito, Oresteo è figlio di Deucalione, che fu l’unico uomo sopravvissuto al diluvio insieme all’unica donna sopravvissuta, Pirra. Quindi, l’origine della vite è collocata ai tempi mitici degli inizi di una nuova generazione umana, l’ultima secondo l’ordine cronologico dell’antropogonia greca[…] 
L'articolo è preso dalla seguente fonte:

domenica 12 luglio 2015

Tagliere di capocollo di Martinafranca e...

Oggi l'enogastronomia Povero propone

TAGLIERE DI CAPOCOLLO DI MARTINAFRANCA 
CON FICHI E CAPRINO DEL SALENTO AFFINATO AL FIENO

Accompagnato da meravigliose bollicine di 
MELAROSA della cantina DUE PALME

Il capocollo che proponiamo è parte del presidio SLOW FOOD

  Il capocollo o coppa è un salume stagionato ottenuto dalla lavorazione della porzione superiore del collo del maiale e da una parte della spalla. Il nostro prodotto viene prodotto artigianalmente seguendo quattro fasi. Nella prima fase il capocollo viene salato in un miscuglio a base di sale, pepe e aromi naturali per 10 giorni. Successivamente viene messo a bagno nel vin cotto per circa 12 ore, poi insaccato nel budello di maiale e legato in un panno stretto. La seconda fase è la stagionatura all’interno di un trullo martinese per 2 giorni. La terza fase è l’affumicatura usando il timo e la corteccia di fragno (albero di quercia che si trova solo nel Bosco Pianelle di Martina Franca). La quarta fase è l’ultima stagionatura che consiste nel conservare il prodotto per circa 90/180 giorni sempre nel trullo affinché migliora, grazie alla sua freschezza, tutte le qualità del capocollo.

Il MELAROSA

                                             


MELAROSA Spumante Rosato Extra Dry
UVAGGIO: Negroamaro
SPUMANTIZAZIONE: Metodo Charmat
NOTE DEGUSTATIVE: I profumi sono delicati, con sentori freschi, fragranti di piccoli frutti rossi, ma anche floreali di bella piacevolezza. In bocca è delicato, morbido ed equilibrato, di gradevole freschezza e scorrevolezza.
GRADAZIONE ALCOLICA: 12% circa
TEMPERATURA DI SERVZIO: 6°- 8° C
ABBINAMENTI: Vino spumante da apprezzare come aperitivo, antipasti leggeri, piatti a base di verdure e frutti di mare.

mercoledì 8 luglio 2015

Pezzetti di cavallo al sugo

Narra la leggenda che il cavallo, come fedelissimo collaboratore nella vita dei contadini del Salento, era tenuto in massima considerazione. Cosicchè quando si avvicinava per lui l'ora della fine, veniva macellato e le sue carni venivano mangiate per conservarne memoria e come segno di rispetto. Nulla di quella importante vita doveva andare perso.

Oggi l'enogastronomia povero propone 

PEZZETTI DI CAVALLO AL SUGO


Cucinati rigorosamente in pentole di coccio, i "pezzetti" (così si chiamano confidenzialmente) prevedono una cottura di almeno 3 ore a fiamma bassa. Nella "pignata" verranno cotti con salsa di pomodoro, cipolla, sedano, carota, alloro, pepe nero, peperoncino, sale, olio EVO e vino rosso per sfumare. Ovviamente questa è una ricetta tipica, la stupenda meraviglia di questi piatti è che ogni paese, ogni famiglia ha le sue varianti. Assaggiare per credere quelli dell'enogastronomia Povero...

Per un piatto imponente ed importante, altrettanto imponente deve essere il vino. Quindi un ottimo Primitivo rinfrescato nel
secchiello del ghiaccio per portarlo a temperatura "infernot"* è la morte sua.
La scheda di un ottimo prodotto la trovate QUI







*Gli infernot sono le vecchie cantine monferrine di solito costruite sotto le abitazioni più grandi e lussuose. O di famiglie numerose.
Sono profonde diversi metri, scavate direttamente in una particolare roccia simile al tufo (la Pietra da Cantoni, presente solo nel Basso  Monferrato) a forti picconate.
Gli originari proprietari, e costruttori, sebbene non avessero ampie nozioni di edilizia o di geologia, costruirono opere perfette: non si conosce storia di una cantina crollata o pericolante! La temperatura interna è costante e perfetta per la conservazione dei vini.

sabato 4 luglio 2015

I Carpacci di terra

Dei carpacci  abbiamo detto, oggi lo chef propone la lista dei suoi CARPACCI DI TERRA di:



  • Manzo spagnolo
  • Fesa di tacchino al miele
  • Bresaola di Black Angus
  • Bresaola di carpaccio
  • Manzo marinato
Lo chef propone in abbinamento ai carpacci di terra uno stupendo ROSATO della Masseria Altemura.


Dal Negroamaro dei vigneti di Masseria Altemura si ricava un vino che rispecchia pienamente una vera e propria tradizione, quella dei rosati pugliesi, contraddistinti dall’equilibrio tra struttura e freschezza. Questo rosato Salento IGT è ottenuto da un attento lavoro di selezione delle uve in purezza che, una volta vinificate, prendono il colore delle sfumature dei mari che lambiscono la costa salentina al tramonto e i profumi che si levano insieme al Grecale. Cerasuolo luminoso, bon-bon al lampone, iris, pepe rosa e nuance minerali. Un rosato che si ricorda per una delicata sapidità e chiude su una persistenza finemente fruttata.



Classificazione

Salento IGT

Zona di produzione

Agro di Torre Santa Susanna, Salento

Uve

Negroamaro in purezza

Vinificazione e affinamento

Le uve vengono delicatamente pigiate e diraspate, la macerazione dura circa sei ore, estraendo così gli aromi, una piccola parte di sostanza colorante e pochissimi tannini. La vinificazione è condotta a temperatura controllata con l’obiettivo di mantenere tipicità nei profumi e nel gusto del futuro vino.

Colore

Rosa tendente al ciliegia brillante e luminoso

Profumo

Delicato e gradevolmente fruttato, ampio, intenso e persistente con note di mora, lampone e frutta rossa.

Sapore

Fresco, armonico e strutturato, delicatamente caldo con gradevole fondo lievemente amarognolo.

Abbinamenti gastronomici

Vino a tutto pasto, particolarmente adatto per antipasti saporiti, minestre di verdure, zuppe e primi di pesce nonchè pesce alla griglia e carni bianche.

Temperatura di servizio

Va servito intorno ai 14° - 16° C.

Gradazione alcolica

12,5% in volume.