Marco propone:
Fra il 35 e il 30 A.C., Orazio descriveva, nelle sue Satire una minestra di ceci, porri e lagane (laganum in latino, pasta sfoglia). Più avanti in Salento si diffuse la pasta chiamata Tria in arabo (o ytria, o ytrya). Una pasta secca che letteralmente tradotto significa “focaccia tagliata a strisce”.
CICERI E TRIA
Fra il 35 e il 30 A.C., Orazio descriveva, nelle sue Satire una minestra di ceci, porri e lagane (laganum in latino, pasta sfoglia). Più avanti in Salento si diffuse la pasta chiamata Tria in arabo (o ytria, o ytrya). Una pasta secca che letteralmente tradotto significa “focaccia tagliata a strisce”.
La pasta è semplice, fatta con farina e acqua, il formato è quello
delle tagliatelle, viene fatta cuocere normalmente in acqua bollente, tranne
una parte che viene fritta in olio caldo finché raggiunge un bel colore
ambrato.
Nel frattempo si cuociono i ceci dopo adeguata
preparazione, si unisce la pasta bollita e le tria fritte ai ceci.
A ciceri e tria viene abbinato un meraviglioso Five Roses delle Cantine De Castris.
Fondata nel 1665 dal Duca
Oronzo Arcangelo Maria Francesco Conte di Lemos (nipote di Ferrante e
Francisco, entrambi viceré spagnoli in Italia), la Cantina Leone De Castris prosegue ancora oggi la sua produzione imponente per qualità e quantità.
Il Five Roses è un vino a suo modo “magico”, con una storia
importante, ha radici nel 1943, quando Piero De Castris decise, primo in Italia,
di imbottigliare il vino rosato. La guerra aveva spaccato l’Italia in due, la
famigerata linea gotica era il confine dal quale non passavano né persone né merci,
il vino prodotto in Puglia non poteva essere portato dagli abituali clienti del
nord e francesi. Piero decise coraggiosamente, avendo come spalla la
meravigliosa moglie Lisetta, l’imbottigliamento del prodotto. Come moltissimi
geniali innovatori, venne preso per pazzo dai suoi colleghi/concorrenti, quelli
legati ad una concezione feudale dei loro “imperi”. Fu una vera rivoluzione
nella vinificazione salentina.
Il Five Roses, rosato di negramaro e malvasia nera, ha
caratteristiche che ancora oggi lo pongono ai primissimi posti nell’enologia
salentina. Dalla scheda tecnica De Castris leggiamo:
UVE Negroamaro (90%), Malvasia Nera di Lecce
(10%)
VENDEMMIA Raccolta
manuale in cassetta con selezione dei grappoli nella prima decade di settembre
ZONA DI
PRODUZIONE Salice Salentino
ALLEVAMENTO
VITI Alberello con 7.000 ceppi per ha
RESA IN UVA
PER HA 75 q.li
ETÀ MEDIA DEI
VIGNETI 35 anni
VINIFICAZIONE
Macerazione pellicolare delle uve (temperatura di 10 °C) per 5-6 ore e
successiva estrazione del mosto fiore (max 35%). Dopo la decantazione statica
si avvia la fermentazione alcolica in tini di acciaio inox alla temperatura di
14 – 16 °C.
GRAZIONE
ALCOLICA 12,00 % Vol.

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