domenica 17 maggio 2015

Marco propone: Orecchiette alla crudaiola

Secondo accreditati studiosi sono di origine provenzale. Era una pasta piuttosto spessa, tagliata a forma rotonda, incavata nel centro per facilitarne l'essiccazione e la conservazione. Imbarcate sulle navi mercantili arrivarono in Puglia  dove divennero piatto locale per eccellenza e che gli angioini battezzarono “Orecchiette” per la loro forma.   
Altri le fanno nascere a Sannicandro di Bari, simili per forma alle “orecchie di Haman”, un tipo di pasta di origini piemontesi occitane.
In Puglia, dove divennero praticamente bandiera gastronomica riconosciuta a livello planetario, possiamo trovarle con il nome di: “strascinatt” nel barese, “chiancarelle” nel tarantino, “stacchiodi” a Latiano.
La ricetta è “povera”: farina di grano duro, acqua e sale. Si cucinano in molte varianti, la più classica è quella con cime di rapa.



Marco propone invece un piatto stupendo: 

Orecchiette alla crudaiola” 

condite con Pomodori, Basilico, Mozzarella, Caio ricotta, Olio EVO.

Accompagnato da un freschissimo
Cardonnay di Cantele.

Vitigno a bacca bianca definito l’internazionale per eccellenza, capace di dare ottimi risultati in tutte le parti del mondo dove viene coltivato, regalando vini molto eterogenei sotto il profilo organolettico e in base anche al tipo di elaborazione. Originario della zona del Maconnies (Borgogna), dove tra l’altro è situato il piccolo paese di Chardonnay, risulta particolarmente diffuso in Borgogna e nella regione dello Champagne. Piccola curiosità ancora in cerca di conferma scientifica: potrebbe aver avuto origine spontanea tramite l’ incrocio di due vitigni, il Pinot nero e un vitigno originario della zona dei Balcani, lo Gouaias blanc.

Dalla scheda Cantele leggiamo:

COLORE: Giallo paglierino con fugaci accenni verdolino.
NASO: Vengono dapprima liberati il mughetto, la magnolia, la ginestra, il tiglio; all’incremento olfattivo si aggiunge la frutta in fase di maturazione e un allettante erbaceo.
PALATO: La struttura alcolica contrapposta alla freschezza e la sapidità “saziano” le aspettative di un vino immediato e piacevole. Nel finale le riproposizioni olfattive lasciano il ricordo intenso dell’armonia di questo vino.


Nessun commento:

Posta un commento