Forse nacque come piatto povero: melanzane dell’orto, salsa
di pomodoro e mozzarella. Ingredienti che si trovavano con facilità ed era
nutriente al punto giusto. Poi divenne il piatto delle feste, soprattutto della
vigilia di Sant’Oronzo, il 25 agosto, quando, come in ogni vigilia, era bene
mangiare “di magro”. Il dì della festa la tradizione prevedeva galletto invece.
Intanto la fantasia e le disponibilità economiche
arricchivano il piatto, si aggiunsero uova sode, pecorino e tutto ciò che la
fantasia prevedeva. Nei giorni non di magro non mancavano mortadella, polpette,
prosciutto.
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Oggi è uno dei piatti forti e tipici della gastronomia
salentina, di ricette ne esistono moltissime, proprio per la sua poliedrica
composizione.
Il nome rimane invece un mistero, non deriva sicuramente dalla
città di Parma, neppure dal noto formaggio, che all’epoca qui era sostituito
dal pecorino. C’è chi lo fa risalire al siciliano “parmiciana”, persiana dalle
tipiche liste di legno sovrapposte, chi a “petronciana” nome dialettale della melanzana.
Fra le ricette “ufficiali” ne prendiamo una “Salento in
tavola” di Lucia Gaballo D’Errico (Congedo editore).
Parmigiana di Melanzane
Melanzane 1 Kg.
6 uova
200 gr. Di mortadella
2 mozzarelle
200 gr. Di carne macinata
100 gr.
Formaggio pecorino
Olio, sale.
Sbucciare le melanzane, tagliarle a fette dello spessore di
½ cm. Cospargerle di sale e lasciarle in una ciotola un’ora circa possibilmente
al sole. Asciugarle bene, passarle nella
farina e nell’uovo sbattuto e friggerle in abbondante olio bollente. Eliminare con
carta assorbente l’eccesso di olio. A parte preparare una salsa di pomodoro
fresco e polpettine di carne (carne trita, pan grattato, pecorino, sale).
Disporre in una teglia da forno uno strato di melanzane,
pecorino, salsa, mozzarella a cubetti, polpettine e mortadella. Proseguire con
gli strati e si ultima con salsa di pomodoro con basilico fresco. Infornare finchè non si forma un crosticina.
Lasciare intiepidire e servire. Il forno
ideale sarebbe quello antico, a legna e brace.
Una buona parmigiana si accompagna con ottimo rosato. Marco suggersice un Five Roses
delle cantine De Castris. Ricordando che Five Roses non è "solo" un vino. E' la creatività di un illuminato industriale del vino che durante la seconda guerra mondiale volle salvare non solamente la sua azienda, ma anche e forse soprattutto, il rapporto con chi nell'azienda lavorava, gli uomin ie le donne che avrebbero sofferto privazioni ben più grandi di quelle patite.
Scheda del Five Roses (a cura della Cantina De Castris)
UVE


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